in: “Amaltea. Trimestrale di cultura”, Anno VI – n. 4 dicembre 2011.

È fine d’anno: col suo tornar ciclico è ritualità che punteggia il fluire del tempo, a ricordarci che la vita è succedersi di istanti-tempo che arrivano e passano. Ma non solo. È ritualità che scandisce un ritmo vitale profondo, tanto da avere un effetto coaugulo sulle vicende occorse nell’arco di un anno, così che siamo spinti, anche senza volerlo, a fare uno sforzo di integrazione e composizione di tutte quelle vicende in un che di narrativamente credibile. Potremmo dire anche, in un che di sensato.
Alle prese con questo lavoro di cucitura di un senso complessivo dell’anno che va compiendosi, mi ritorna dentro insistentemente l’immagine di una lettura, di alcuni mesi fa che, da subito, mi aveva molto colpita, sebbene non la vedessi sotto la luce in cui ora la vedo… 

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