in: “Amaltea. Trimestrale di cultura”, Anno VI – n. 4, dicembre 2011.

Autocelebrazione, narcisismo, vanità? Vien da chiederselo di fronte a quelle opere d’arte che, in ogni epoca e in ogni estetica, hanno visto, prima o poi, l’artista cimentarsi in un (a volte più d’uno in verità) autoritratto. Cosa spinge un artista a ‘specchiarsi’ in una propria opera (sia essa pittorica o fotografica), ritraendo se stesso? In fondo quel ‘se stesso’ è sempre lì, presente in ogni millimetro di ogni sua creatura: un testo, o una tela, o una pellicola, non può non avere dentro l’autore che l’ha generato, c’è sempre, è un fatto ineludibile, e ciò in ogni caso, tanto nella consonanza con l’opera, quanto nella dissociazione da essa, o nel suo rifiuto totale. Il dialogo autore-opera, armonico o conflittuale che sia, è costante e precipita nell’opera medesima, dicendo perciò sempre dell’autore.

Questa presenza, da leggere in filigrana, può essere esplicitata al punto da divenire essa stessa il ‘soggetto’ dell’opera! L’autoritratto, per l’appunto… Leggi tutto l’articolo >>>