Recensione: F. Bottaccioli, Filosofia per la medicina. Medicina per la filosofia, Tecniche Nuove, Milano 2010 
in: “Amaltea. Trimestrale di Cultura” – Anno V, n. 02, giugno 2010

Una medicina per l’uomo. E dell’uomo.
Quale uomo?
Quello che troviamo rappresentato e ‘dettato’ dagli odierni ospedali?, un uomo vivisezionato in organi e pezzi di corpo, disaggregati in reparti-specializzazioni che si portano dietro un altrettanto specializzato e settoriale e parcellizzato sguardo del medico preposto, per il quale tutto quello che ruota attorno al suo organo di riferimento, sia esso cuore, polmoni, fegato, stomaco e via discorrendo, costituisce un corollario che non gli pertiene. Per non parlare poi della ‘psiche’ di questo ‘uomo’, tragicamente e irrimediabilmente disincarnata da qualunque sostanza, fatto impalpabile ed etereo, la cui deriva patologica può essere facilmente ritenuta una bizzarrìa, un estro patetico, uno scarto dalla norma, il tentativo demoniaco di minare l’ordine costituito, di sovvertire ciò che non è discutibile. E comunque questione disincarnata, fatto a sé, con agganci problematici ad un organo, il cervello, presso cui dovrebbe ‘risiedere’.
Il modello bio-medico, nella sua corsa verso l’ ‘oggettivazione’ continua delle condizioni che determinano il passaggio dalla salute alla malattia e viceversa, nel suo progressivo e sempre più esclusivo affidarsi alle macchine e alle evidenze strettamente organiche, ha generato questo ‘uomo’, pienamente funzionale e compatibile con la sua logica organizzativa interna, con i settori disciplinari accademici che vi fanno riferimento, con le sue esigenze di studio e di ‘trattamento’ dei suoi ‘oggetti’ epistemologici, organi, sangue, e via via a scendere con lo zoom del microscopio fino alle parti più piccole, più micro, le cellule e ancora più in fondo, fino ad arrivare all’unità elementare che compone il tutto. Riuscire ad arrivare e ad intervenire sull’unità elementare, l’ultimo piccolissimo mattoncino che è alla base dell’intera architettura, vuol dire capire tutto e poter finalmente risolvere ogni problema!
Peccato che arrivati a quella piccolissima unità elementare avremo irrimediabilmente perduto proprio il Tutto.
Una medicina dell’uomo e per l’uomo è tale se ritorna a riaggregare i pezzi, a reintegrare le parti nel Tutto, che ha qualità, proprietà, aspetti, problemi, dinamiche che sono proprii del Tutto, che sono significativi solo e soltanto a condizione che siano riferiti al Tutto.
Perché il Tutto dà il senso.
La grande battaglia culturale e scientifica è oggi questa….

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