Libera Amanda

Libera Amanda, in: “Amaltea. Trimestrale di cultura”, Anno VII – n. 3, settembre 2012

Sono nata in treno, da Adela, durante un suo viaggio di ritorno a casa.

Sono fluita fuori senza sforzo, sintonizzata con l’andare cadenzato e continuo del treno. Quello sferragliare che satura le sue orecchie e quel dondolio che massaggia il suo corpo l’hanno resa produttiva come mai era stata prima di quel momento. 

Mi ha dato nome Amanda.

Adela parla molto di me, ma ben poco di lei. Lavora presso un quotidiano per il quale cura una rubrica di lettere di donne che raccontano storie d’amore fallimentari. La rubrica si chiama “Lettere ad Amanda”. Adela passa le giornate a rispondere a quelle lettere, tenta di dispensare consigli, lei, proprio lei, con quella sua vita da scoppiata.

Me lo ha confidato una sera: si è ridotta a scrivere per una rubrica di cuori infranti, ma a lei non frega niente di quelle donne frustrate, indecise e stupide. Le detesta, sono tutto ciò che lei non vuole rischiare di essere. E quando si riconosce in loro per qualche tratto le odia ancora di più.

Quanto agli uomini poi, meglio lasciar perdere. Le sue sono sempre state storie complicate: incontri sbagliati, convivenze impoetiche, routinarie e spesso banali. Niente che sia degno di essere raccontato. E infatti si ferma qui e non racconta oltre… Leggi tutto>>>