Corpi ribelli, corpi del plurale: femminili contributi
Ada Manfreda, Corpi ribelli, corpi del plurale: femminili contributi, in “Amaltea.Trimestrale di cultura”, Anno VI – n. 2/giugno 2011, pp. 13-18
“… Della conservazione e del cambiamento, dell’identico e del diverso: la norma, la legge, i significati cristallizzati, sono garanzia di conservazione, che vuol dire convergenza, coesione, governabilità. Tutto indubbiamente necessario. La vita è conservazione. Tutto necessario ma anche non sufficiente. Insufficiente alla vita medesima, al suo essere conservazione sì, e cambiamento pure, simultaneamente. È conservazione che cambia e cambiamento che conserva. Il rasoio che taglia senza ferire, insomma.
Occorre uno squarcio, di quando in quando, nella compattezza del certo: la messa in dubbio, l’azzardo di un pensiero diverso, divergente; uno sguardo altro che suggerisce una nuova prospettiva nella visione delle stesse cose di tutti i giorni.
Allora anche nelle identità più monolotiche, anche nei sistemi più compatti, uniformi e tetragoni, è possibile scovare una crepa. Irrompe inaspettatamente ed è tutt’altro che marginale: è motore di cambiamento.
Il recente lavoro di Erri De Luca testimonia le crepe di cui è tramata la sacra narrazione dei testi ebraico-cristiani.
Le crepe che egli scova e racconta hanno nome di donna…”