La memoria è un filo sottile
in “Amaltea. Trimestrale di cultura”, Anno V – n. 1/2010

Quando una cultura altra si impone a quella precedente, quasi sempre la prima cosa a cui si dedica è una sistematica sostituzione dei segni e dei simboli propri della cultura da soppiantare. Questa azione è tanto più efficace quanto più avviene in modo lento, per piccoli e quasi impercettibili slittamenti semantici, progressivi e continui, sì da giungere alla totale ‘riconversione’ del significato culturale di un luogo o di un oggetto, avente particolare valore emblematico nell’immaginario della comunità cui appartiene. Nell’arte sacra, che possiamo considerare una sorta di ‘trattato di teologia’ per immagini, ragion per cui nessun dettaglio è mai casuale né tanto meno ha funzione meramente decorativa, spesso l’opera d’arte è il risultato di una stratificazione di icone e simboli appartenenti a sistemi culturali differenti, in cui i nuovi elementi di una cultura vengono via via fatti slittare sui vecchi, ibridandosi prima, fino a sovrap-porsi completamente poi. Nel Salento, terra in cui l’impronta della chiesa greco-orientale ha connotato pie-namente la cultura delle sue genti…

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